sabato 22 giugno 2013

Ma che colpa abbiamo noi!

Qualcuno ha la cortesia di darmi delle delucidazioni sul senso dell'articolo che ho letto su La Stampa a proposito dei Bonus che si stanno per dare alle aziende per assumere giovani al di sotto dei 30 anni? Ammesso, e non concesso, che le aziende usino questo Bonus per i fini a cui sono destinati, mi domando perché vale solo per i giovani al di sotto dei 30 anni. Chi si è laureato tre anni fa e, nonostante ogni sforzo, non è riuscito a trovare ancora un lavoro e adesso compie 31 anni viene penalizzato due volte. La prima perché colpito dalla crisi delle aziende e la seconda da un provvedimento che lo allontanerà ancora di più dal mondo del lavoro perché le aziende sceglieranno chi è più giovane. La ricerca del lavoro non si è limitata all'area professionale acquisita presso l'università di Torino in Scienze Biologiche, ma a tutto campo verso Call Center, qualifica da operaio e altri lavori al di fuori delle sue competenze. Le motivazioni per cui la ricerca non si è estesa all'estero sono da trovare, non alla scarsa conoscenza delle lingue o alla mancanza di volontà, ma a serie ragioni familiari. Dunque questi giovani, non più giovani per i nostri politici, saranno quindi condannati a restare senza lavoro? Ma che razza di Società è mai questa? Il risultato di questi provvedimenti è tutto da valutare. I laureati in Scienze Biologiche che conosco personalmente sono impiegati uno presso il tribunale, l'altro presso un'erboristeria, e un altro ancora come bibliotecario. E pensare che i Biologi dovrebbero essere utili, soprattutto oggi, per contrastare le sofisticazioni alimentari e ambientali sempre più numerose. Altro che formazione universitaria! E invece le aziende preferiscono assumere tecnici di laboratorio solo perché costano di meno e fanno funzionare i macchinari: a che serve il cervello? Non vorrei essere polemico, ma mi domando che senso ha sfornare altri laureati in Scienze biologiche quando le tre persone citate hanno conseguito la specialistica a pieni voti. Non vorrei che capitasse quello che è successo in Fiat a fine 2000 quando la stampa e i sindacati hanno taciuto, e oggi dimenticato, tante persone, tra cui molti dirigenti, licenziati da un giorno all'altro. Un'ultima domanda: con quale coraggio l'Italia si siede al tavolo degli 8 paesi più industrializzati?

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