venerdì 13 luglio 2012

Il lavoro per tutti non è un sogno

Ogni giorno mi chiedo se vale veramente la pena di seguire le notizie, leggendo i giornali o guardando la televisione. La sensazione è che facciano a gara nel prenderci in giro. L'altalena settimanale di affermazioni e smentite, oltre a confonderci la mente, creano disaffezione nei confronti dei mezzi di comunicazione e della politica. Non parliamo poi delle statistiche, che frazionano l'essere umano come fosse una torta. Si legge che la crisi economica ha raggiunto livelli "globali", ma non si capisce di quale crisi si tratti: se delle banche, dell'industria o delle famiglie che hanno difficoltà sempre crescenti a sbarcare il lunario. Spesso queste crisi sono generate solo da persone senza scrupoli. Non può esserci miglioramento nella Società se il lavoro non è garantito a tutti secondo la professionalità di ciascuno. Non è solo perché il concetto é espresso nel primo articolo della nostra Costituzione, ma è soprattutto perché in questo modo tutta la Società, la Nazione ne beneficia e cresce. La mancanza di un reddito adeguato crea disfunzioni sociali e malcontenti che non sappiamo a quali conseguenze porti nel medio e lungo periodo. Non mi sembra di dire delle novità. Il lavoro a tempo determinato o altre forme di contratti atipici, favoriscono solo le aziende senza creare stabilità sociale. Se chi procura lavoro pensa solo e soltanto ai propri interessi personali, anche se legittimi, e non valuta anche l'aspetto sociale di questo meccanismo, prima o poi sarà fautore anche del suo fallimento. Chi ci governa dovrebbe valutare molto più attentamente questo fenomeno, parlandone di meno e facendo più fatti concreti. I sindacati parlano, parlano, ma anche loro ripetono frasi fatte e si comportano allo stesso modo da anni senza modificare nulla del loro atteggiamento ottocentesco. Le grandi industrie sono lasciate libere di fare i loro comodi a spese dello Stato e a scapito dei lavoratori. E il mio pensiero va diritto agli ultimi eventi che riguardano una grande industria italiana che rischia di sparire dal nostro territorio. Il lavoro per tutti, secondo le proprie capacità, quindi, dovrebbe essere il primo impegno di ogni saggio governante per realizzare questo sogno.

sabato 7 luglio 2012

Gli errori non sono demoni

Sono convinto che gli errori, piccoli o grandi che siano, se riconosciuti dalla persona che li commette, aiutano a crescere e a maturare. Per questo non si devono demonizzare e non devono nemmeno essere occasione di complessi di colpa eccessivi. Una vita senza errori sarebbe una noia mortale, la loro presenza ci rende tutti più umani. È strano come solo le persone che non ammettono di aver commesso errori siano proprio quelle che ne hanno fatti di più. Certo non bisogna cullarsi sul fatto che “errare humanum est”. Chi non mette tutto se stesso, tutta la sua buona volontà per evitare gli errori è solo perché  vuole costruirsi alibi e fare quello che vuole. Quindi evitiamo di giudicare le persone che sbagliano, perché quasi mai conosciamo i veri motivi del loro comportamento. Spesso è difficile perdonare e costa molto, ma chi sa amare sa anche riconciliarsi con chi ha sbagliato e si è pentito sinceramente. È importante però sapersi perdonare da sé stessi ed evitare che un errore sia origine di altri errori in una spirale che può avere anche conseguenze drammatiche per sé e per gli altri. Non sono uno psicologo e quindi non voglio fare un trattato su questo argomento. Il mio vuole essere solo uno spunto di riflessione. Non confondiamo però gli errori umani con i crimini: questa è un’altra storia.