giovedì 29 novembre 2012

LA FINE DEL MONDO



Non si contano più le previsioni catastrofiche che annunciano la fine del mondo o quelle che ipotizzano collisioni della terra con asteroidi più o meno grossi. Questo tipo di novello sport, da tempo sempre più diffuso, dovrebbe essere inserito nei prossimi giochi olimpici. Ma senza arrivare a previsioni così estreme basterebbero quelle che annunciano alluvioni o nevicate eccezionali, terremoti più o meno gravi, e così di seguito. Poi, senza che nessuno abbia lanciato nessun tipo di allerta, si abbatte su Taranto una tromba d'aria devastante aggravando i già numerosi problemi dell'ILVA, ai cui operai va tutta la mia solidarietà. Mi vien da pensare: "piove sempre sul bagnato". Sembra che scienziati, politici, amministratori facciano a gara a mettere le mani avanti per evitare che qualcuno possa dire: "nessuno ci ha avvertito, non abbiamo avuto la possibilità di metterci al riparo, salvare le suppellettili e noi stessi".
Tutti ormai sono autorizzati a dire la loro, anche in assenza delle necessarie competenze in merito, per prendersi la medaglia d'oro alla stupidità. Tutto ciò mi ricorda la storiella che circolava in azienda quando lavoravo. "L'ufficio acquisti progettava, la produzione amministrava i conti, l'amministrazione gestiva la produzione, la progettazione si occupava degli acquisti ......." cioè nessuno faceva il suo mestiere. La stessa cosa capita evidentemente anche in altri campi. Il risultato è una grande confusione. Soprattutto in questi momenti di crisi credo non faccia bene a nessuno salvo a chi trova giovamento a creare timori inesistenti e, per usare un termine volgare ma efficace, fare casino. Anche se non ci credo spero che la previsione della fine del mondo, che già qualcuno ha rinviato dal 21 dicembre prossimo a febbraio del 2013, avvenga veramente così facciamo piazza pulita e usciamo finalmente dalla crisi e ritorniamo tutti uguali, ricchi e poveri, istruiti e non, come recita la poesia del grande Totò che s'intitola " 'a livella ". Così anche quelli disoccupati, che sono tanti soprattutto fra i giovani, e quelli che aspettano da tempo una pensione potranno avere pari  dignità. In questo modo avrà termine anche la guerra infinita fra palestinesi e israeliani e tutte quelle esistenti al momento e finiranno finalmente gli affari delle aziende produttrici di armi, le uniche a non risentire della crisi economica. Ricordate il film di Alberto Sordi " finché c'è guerra c'è speranza "?
Aspetto adesso solo la prossima previsione catastrofica del veggente di turno per farmi tante risate.