mercoledì 30 gennaio 2013

CERVELLI ALL'ESTERO MA PER RITORNARE

Mi riferisco all'articolo del 30 gennaio 2013 su La Stampa nella Cronaca di Torino a pag. 51. L'opportunità di crescita professionale e umana dovrebbe essere estesa a tutti i giovani e non solo a quelli di età inferiore ai 27 anni. Chi oggi ha 30 o 32 anni (tanto per fare un'esempio) viene colpito due volte: la prima perché politici e industriali, sindacati, Università compresa, non hanno dato le possibilità di trovare un lavoro e di formarsi una famiglia e la seconda perché vengono esclusi da bandi tipo quello della C.r.t. Anche Monti se non sbaglio si sta concentrando sulla fascia d'età al di sotto dei 27 anni e non lo trovo giusto. Ciò significa che quelli con età superiore saranno per sempre esclusi dal mondo del lavoro? Trovo questa soluzione estremamente riduttiva o fatta solo per soddisfare i pochi che hanno le conoscenze adeguate. Ho scritto conoscenze e non competenze, sperando che chi deve intendere intenda. La situazione che i nostri giovani stanno vivendo è assurda e non ci si rende conto che questo avrà una pesante ricaduta sulla nostra società e vorrei aggiungere "civile", ma che di civile ha ben poco.