Io non
sono un esperto in materia e vorrei capire di più
di economia e di politica industriale, ma siccome mi ritengo una persona che
ragiona vorrei tentare, al di là delle competenze specifiche,
di fare alcune ipotesi:
Le banche
riaprono i cordoni della borsa e cominciano di nuovo a far credito alle piccole
e medie imprese. Naturalmente il minimo che possano richiedere è una garanzia che i soldi prestati ritornino in tempi
stabiliti. Ciò vuol dire, da parte delle
aziende, preparare un business plan, almeno triennale, che faccia capire quali
opportunità di mercato ci siano in questo
periodo. Immaginiamo anche che la politica decida di ridurre le tasse alle
imprese per dar loro maggior respiro e conceda degli ulteriori sgravi per nuove
assunzioni. Inoltre ipotizziamo che le aziende trovino più vantaggioso investire in prodotti industriali invece che
nella finanza. Secondo voi basterebbe tutto ciò
per rimettere in moto l'economia e il mondo del lavoro? Perché un'azienda dovrebbe preferire un investimento industriale
piuttosto che uno in BTP, o in azioni e obbligazioni? Perché una banca dovrebbe fare altrettanto? Perché poi un'azienda dovrebbe ritornare a investire in Italia e
lasciare altri paesi più convenienti? Può darsi che, se almeno due delle ipotesi elencate si
verificassero, la fiducia nel nostro paese riprenderebbe consistenza e
l'economia a marciare di nuovo. Ma se dopo aver detto tutto questo i cittadini,
ormai svenati, non avessero più i soldi per comprare i
prodotti, come sarebbe possibile una ripresa del fatturato delle aziende, ma
soprattutto degli utili? Forse sarebbe meglio invertire il processo? Dare più soldi ai lavoratori? Io credo, nel mio piccolo, che la
macchina farebbe lo stesso difficoltà a partire. Sono di più propenso a pensare che la soluzione sia da ricercare nello
stanziare più risorse economiche (2 o 3%
del PIL sono nulla) e umane nella ricerca, in modo che nuovi prodotti e servizi
possano entrare nel mercato internazionale. Se questi prodotti risultassero
validi e competitivi probabilmente compratori e investitori stranieri farebbero
confluire le loro risorse economiche nel nostro paese. Allora avremmo più soldi per fare tutte le cose dette all'inizio. Mancano però solo alcune cose di non poco conto: maggiori controlli per
evitare che i soldi dati alle aziende vadano ad alimentare produzioni estere
delle multinazionali, che le banche utilizzino le loro risorse in maniera
ineccepibile e che tutti si ritorni ad una etica professionale senza furbetti
di ogni sorta. Infine credo che, almeno in Italia, soprattutto adesso che un
nuovo Papa ha già fatto capire che vuole avere
una chiesa più povera per i poveri, faccia
sentire la sua voce forte ai politici e ai potenti della terra e non aprire le
porte del Vaticano a chi palesemente ha messo sotto i piedi la morale a
vantaggio dei loro egoismi particolari, senza un pentimento concreto.