venerdì 10 agosto 2012

Vacanza a Molveno

Oggi 3 agosto mi sono svegliato presto. Ieri sera non ho chiuso completamente la serranda della porta finestra dell'hotel Ariston a Molveno, per consentire all'aria fresca di montagna di cullare il mio sonno. Esco carponi sul terrazzino della camera, cercando di non sbattere la testa, e mi incanto nell'osservare la vista del lago omonimo e le creste del gruppo Brenta che sovrastano, con la loro maestosità, questa ridente località turistica.
È presto per andare a fare colazione. Alle 7.15 le campane della chiesa di fronte all'hotel suonano allegramente ma non disturbano il sonno dei villeggianti e si integrano perfettamente con la pace che regna tutt'intorno. Adesso i raggi del sole stanno, a poco a poco, abbracciando dolcemente le case e gli alberghi, mentre gran parte del lago è ancora in ombra. Sono tornato nello stesso hotel 36 anni dopo e ho ritrovato la stessa gentilezza della prima volta.   Chi ha letto il mio libro "Aveva ragione papà" sa a cosa mi riferisco.  La piazzetta ai piedi del campanile ieri sera fino alle 23.00 era piena di bambini festanti, seduti per terra, mentre i loro genitori erano seduti sui gradini a semicerchio assistendo allo spettacolo di due giocolieri cabarettisti.
Le risa dei fanciulli di tutte le età coprivano ogni altro rumore alle battute dei due simpaticoni. La città di Trento non è molto distante e decido di fare una gita per visitare il suo splendido centro storico e la Piazza del Duomo. Lascio la macchina in periferia e prendo l'autobus n. 2 che mi porta esattamente dove volevo. Una breve passeggiata nelle vie del centro con l'acquisto di due ricordini e di nuovo in macchina verso Molveno. Mi faccio aiutare dal navigatore e mi ritrovo in una strada di montagna ripida e stretta scavata nella roccia. Al bivio avevo incontrato un segnale stradale "strada chiusa dopo il km... non ricordo bene". Se il navigatore mi segnala questo percorso vuol dire che prima del blocco mi farà prendere una deviazione. Continuo per un paio di km e confesso che la strada incute un po'  paura, ma lo spettacolo a valle è da mozzafiato. Incrocio una vettura che torna indietro e chiedo un consiglio. "Non c'è nessun bivio più avanti, le conviene fare inversione alla prima piazzola che incontra". Spengo il navigatore, per i percorsi di montagna non è affidabile. Dopo 36 anni anche Molveno è completamente trasformata, ma l'aria e il paesaggio del lago sono rimasti inalterati. A cena mi reco in un ristorante tipico, lo stesso della sera del mio arrivo. El Filó si chiama, tutto in legno allinterno con salette separate da graziose finestre e corridoio tipo Saloon. L'entrata, all'interno di un negozio di stoffe e di ricami, è veramente originale. Mi accorgo che le vetrine sono allestite diversamente dalla sera prima: che lo facciano ogni giorno?
Oggi 4 agosto il clima è più frizzante ma io sono di nuovo qui a scrivere il mio diario di viaggio sul terrazzino della camera. Sono le 7.30 e mi sento un papa.
Oggi è il momento giusto per una bella passeggiata, percorrendo uno dei tanti sentieri che partono da Molveno. Il più facile è meno faticoso è quello che collega questa bella località turistica alla Baita Ciclamino costeggiando il torrente Masso.
Una piccola sosta per sorseggiare un succo di mirtilli e poi di nuovo in marcia. Da lì, dopo una decina di minuti, si arriva a un bivio: a sinistra si raggiunge il Rifugio Malga di Andalo, nella Valle delle Seghe, mentre a destra il Rifugio Pradel, entrambi a circa 1360 m. Meno male che sono abituato a chiedere alle persone del luogo prima di fare le mie scelte. Per raggiungere il primo rifugio, dopo un tratto abbastanza tranquillo ma con una discreta pendenza, se ne deve percorrere un altro direttamente sulla roccia reggendosi a un cordone di sicurezza. Scelgo il secondo, ma dopo una camminata di venti minuti decido di tornare a valle. Io e mia moglie non siamo ben attrezzati e sul brecciolino si scivola che è un piacere. Ci aspetta a valle, quasi in prossimità del lago, il ristorante Il Caminetto dove ho gustato degli ottimi Canederli al sugo di Capriolo.
Un'altra breve passeggiata lungo il Parco attrezzato a bordo lago e siamo in hotel. La sera arriva in fretta. Nella piazzetta stasera c'è una rappresentazione folcloristica che riproduce scene animate e in costume di come era il vecchio mercato locale. Musiche e allegria che coinvolgono gli spettatori. Noi ce lo godiamo direttamente dal terrazzino della nostra camera al terzo piano.
Il 5 è stata la giornata delle camminate intorno ai 1400 m. La cabinovia ci ha portato da Molveno fino al Rifugio Brenta sul Pradel.
L'intenzione era di andare a vedere una manifestazione degli Alpini ......! Arrivati in tempo utile abbiamo seguito le istruzioni: "percorrere a piedi il sentiero lasciandosi il rifugio alla propria destra per 10 minuti: girare ancora a destra in direzione Molveno per altri 10 minuti e siete arrivati". Dopo 20 minuti di discesa, pensando a quando avremmo dovuto tornare indietro, ancora nulla. In compenso il panorama e i dintorni sono stupendi. Dopo aver chiesto ad alcune persone, che venivano nella direzione opposta, se avevano incontrato gli Alpini ed avendo avuto risposta negativa, decidiamo di tornare sui nostri passi. La salita si dimostra subito più ardua del previsto, ma alla fine arriviamo al Rifugio. Una sosta e una bibita rinfrescante e dopo un'ora decidiamo di risalire fino a una fattoria didattica alla Malga Tovre. Circa 100 metri di dislivello ma il primo tratto è molto ripido e scivoloso per via del fine pietrisco. La discesa si rivela più pericolosa della salita. Ci aspetta un bel piatto di spezzatino di capriolo e uno di gulasch con polenta al tavolo sulla terrazza del Rifugio, assai ben ventilata. Ancora una bella passeggiata tranquilla verso il Tovo dell'Orso. Tutto il sentiero è in ombra e pianeggiante, e quando diventa impervio torniamo alla cabinovia. Veramente una bella giornata. Oggi 6 agosto decidiamo di fare una gita all'interno della Val di Non. Osservare i filari dei meli colmi fino all'inverosimile di frutti è sempre uno spettacolo meraviglioso.
Passando per Mezzolombardo arriviamo a Clès, dove facciamo una sosta. Mangiamo e ci avventuriamo in un mercatino dove facciamo alcuni acquisti. Non c'è nulla da fare: per mia moglie i mercatini sono peggio di una calamita, viene attratta inconsapevolmente. Da lì ci dirigiamo verso Madonna di Campiglio, Pinzolo, Carisolo (da dove si entra nella Val Genova, che visiteremo nei prossimi giorni), e arrivati a Tione di Trento risaliamo verso Molveno. A parte la pioggia, che non ci ha impedito di visitare le località, è stata una bella giornata che ci ha ricordato una gita simile fatta 36 anni fa. Ma la giornata non è ancora finita. Alle 21.00 torniamo a cenare al ristorante El Filò; sta diventando una piacevole abitudine, cibi gustosi e leggeri in un ambiente caratteristico e familiare. Incredibile! Le vetrine sono allestite ancora in modo diverso. Non c'è dubbio, le cambiano ogni giorno. Quando usciamo l'aria è pungente e non ci va di tornare in hotel. Ci attardiamo a curiosare le vetrine dei negozi che alle 22,30 sono ancora aperti. Chi l'avrebbe detto, dopo l'acquazzone di ieri oggi 7 agosto ci siamo svegliati con un cielo terso e qualche nuvola sparsa qua e là. È il momento di approfittarne per andare ad Andalo e prendere la cabinovia e salire sulla Cima della Paganella. Dopo il primo tronco ci aspetta una seggiovia per salire fino ai 2120 m. L'aria è pungente ma è piacevolissima e il sole picchia forte sulle nostre teste. Meno male che ci eravamo spalmati volto e braccia con una crema antisolare al 50% di protezione. Nel punto panoramico a sud si riesce a vedere il lago di Garda e quello più piccolo di Cavedine.
Il tempo regge anche se si è alzato un po' di vento. Abbiamo mangiato al Rifugio alpino La Roda dove mi sono fatto onore: Tortel di patate, risotto di mirtillo, strapazzatine di uova con patate e speck, caffè. Ci siamo intrattenuti con i nostri vicini di tavola, una famiglia di Padova e una di Modena, entrambe stupefatte della mia voracità, quasi obbligata per consentire a mia moglie di assaggiare un po' di tutto. Non fa nulla, ci sono abituato. Del resto a questa altitudine camminando fra discese e salite ho già smaltito. Prendiamo la seggiovia e ci fermiamo camminando ancora fino al punto di ristoro Malga Zambana.

Sono le 15.00 e tra poco ci accingiamo a percorre, a piedi, il tragitto per arrivare alla stazione della cabinovia per scendere di nuovo ad Andalo. Ammazza come picchia il sole! Siamo di nuovo ad Andalo ..... e indovinate un po' ? Si va per shopping. Bei tempi quando si andava in montagna a respirare aria buona. Nei centri dei paesi ci sono più auto che villeggianti e l'aria in centro non ha nulla da invidiare alle grandi città. Solo quando ci si addentra nei sentieri si comincia a respirare e ad avere un po' di pace. Ma purtroppo non sempre è così. Che grande fregatura il progresso! Alle 18:30 siamo in albergo. Stasera si cambia e si andrà a cenare in un ristorante che si chiama La Botte. Chi cambia la strada vecchia per la nuova sa quel lascia ma non sa quel che trova: infatti non siamo andati al di là di una pizza, anche se era buona ed abbondante ....... ma domani sera all'Antica Bosnia finalmente mangeremo una ricetta tradizionale "costolette di cervo al mirtillo".  Di buon mattino dopo aver fatto colazione oggi 8 agosto siamo partiti da Molveno per andare a visitare la Val Genova. Si arriva a Carisolo, sulla strada che da Tione di Trento porta a Madonna di Campiglio, e si gira a sinistra addentrandosi con l'auto fino ai parcheggi a pagamento. Da qui c'è una navetta gratuita che si addentra ulteriormente fino al Ponte Santa Maria a 1164 m. Già qui ci sono innumerevoli sentieri per chi vuole farsi belle camminate. L'alternativa è prendere un altro autobus che con 3 euro a testa consente di arrivare fino all'ultima stazione. Tutto il percorso, da quando si lascia Carisolo, è di circa 17,5 km. Quante cose sono cambiate dall'agosto del '76! In quel periodo non c'era tutta questa organizzazione, che forse è stata necessaria per affrontare il turismo di massa. Il servizio di navetta è stato introdotto circa 14 anni fa e la strada di conseguenza è stata migliorata per consentire il trasporto dei turisti. Chiaramente la Valle ha perso un po' di poesia ma il suo fascino resta inalterato, soprattutto se si abbandona la strada per addentrarsi nei sentieri che tagliano la vegetazione. Dopo essere scesi all'ultima stazione abbiamo camminato per circa 30 minuti, salendo fino alla Malga Bedole (1584 m) dove pensavamo di pranzare. La matematica e il tempo sono relativi: le distanze non sono espresse in km ma in tempo di percorrenza. Ad esempio 15 minuti di cammino possono diventare 45 minuti se l'informazione la chiedi a un montanaro locale. Il tempo non si misura in minuti ma in frazioni di ore. L'ambiente della Malga non ci piaceva. È un classico. Quando non c'è concorrenza gli esercenti se ne approfittano. Decidiamo di tornare sui nostri passi. Riprendiamo la navetta e ci fermiamo più in basso dove troviamo il ristorante Stella Alpina. Ottima scelta. Gentilezza e cibo prelibato, tutto condito da un paesaggio straordinario e da un venticello che ci rinfresca.
Lo stufato di cervo con le bacche di ginepro è veramente gustoso e le porzioni abbondanti: insieme ci hanno servito polenta taragna, un triangolo di formaggio alla piastra, un canederlo e una salsiccia.
Decidiamo di scendere a piedi e di arrivare fino alla Malga Caret, poco distante dalla fermata della navetta. Scendiamo alla fermata prima delle cascate del torrente Nardis per poterle osservare da vicino.
Gli schizzi dell'acqua ci rinfrescano bagnandoci un po' il volto. Proseguiamo a piedi fino al parcheggio. Sulla strada del ritorno ci fermiamo alla cooperativa di San Lorenzo in Banale, ma la loro specialità, le ciuighe, è strettamente collegata alla produzione delle rape e quindi la loro vendita è prevista da inizio ottobre fino ad aprile. La ciuiga è infatti composta da carne suina macinata ed amalgamata proprio a questo ortaggio.
Tornati a Molveno andiamo a gustare le "costolette alla griglia di cervo con marmellata di mirtillo". Alle pareti del ristorante Antica Bosnia sono appesi innumerevoli quadri di fotografie d'epoca di Molveno dove scopro che la chiesa vicino all'hotel Ariston fu distrutta da un incendio a ottobre del 1976, cioè due mesi dopo la nostra vacanza.
Oggi 9 agosto decidiamo di andare a Merano. Bella passeggiata all'insegna dello shopping. Mangiamo nel centro storico, ignorando che la bresaola con le scaglie di parmigiano costasse di più dello stufato di cervo. Proseguiamo lo shopping a Bolzano dove finalmente mia moglie trova quello che cercava da tempo. La giornata si conclude con una bella cena nel ristorante panoramico Alexander di Molveno, dove avevamo prenotato un tavolo sulla veranda con vista sul lago. A metà cena veniamo colpiti da un temporale che non ci impedisce di continuare a mangiare perché riparati sotto un gazebo, ma senza l'ombrello, datoci in prestito, saremmo arrivati al nostro hotel bagnati come pulcini. Era la prima volta che lasciavo lo zaino con gli ombrelli in albergo. Come volevasi dimostrare.
Oggi 10 agosto giornata molto tranquilla. Due giorni fa ero stato in biblioteca per andare a visionare una collezione di vecchie fotografie di Molveno per ricostruire alcuni ricordi di 36 anni fa. E così tramite il bibliotecario mi sono messo in contatto con un signore che proprio la domenica della nostra partenza avrebbe allestito insieme al Comune una mostra di foto intitolata "Molveno passato e presente". Questa mattina è venuto a trovarmi in hotel e abbiamo visionato in anteprima alcune foto sul suo portatile. Da una prima ricostruzione ho avuto le conferme che cercavo. Dopo aver preso l'auto ci siamo recati al Parco Faunistico di Spormaggiore, a una decina di km da Molveno, dove abbiamo intravisto in lontananza un orso mentre si abbeverava ad un torrente.
Abbiamo anche visto tre lupi e altri animali da fattoria. Prima di rientrare a Molveno abbiamo pranzato nel vicino ristorante del Parco. È seguita una tranquilla passeggiata nel parco di Molveno a bordo lago, interrotta ogni tanto da una pioggerellina un po' fastidiosa. Ci sono delle aiuole fiorite molto variopinte alle cui estremità due piccoli aceri allungano i loro rami quasi a proteggere i fiori multicolori, senza alterare la bellezza delle aiuole. Stasera si ritorna per cena al ristorante El Filò, ma questa volta è d'obbligo portarsi lo zaino con gli ombrelli che naturalmente non abbiamo usato. La tecnica per far piovere è lasciarli in hotel! Domani 11 agosto è l'ultimo giorno di vacanza. Mia moglie mi dice: "non sono mai stata in Val di Fassa". È per me l'occasione di fare un salto indietro di 45 anni; la mia prima vacanza da solo con la mitica Fiat 500 che mio padre mi aveva regalato a Natale. Io e altri due amici ci recammo a Campitello di Fassa. Ho rivisto gran parte dei posti che visitammo allora. Un'emozione incredibile, soprattutto quando ci siamo recati al Lago di Carezza, incastonato nella fitta foresta ai piedi del Latemar.
I colori del lago sono veramente unici. Ma mi veniva quasi da piangere quando sono tornato al lago Fedaia passando dall'omonimo passo. A 20 anni partimmo, zaini in spalla, io e il mio amico dall'hotel di Campitello fino alla seggiovia (che oggi è una cabinovia) Belvedere di Canazei e poi a piedi, costeggiando il pendio, fin sopra il lago Fedaia che raggiungemmo scendendo a salto di stambecco. Raggiungemmo la seggiovia situata dopo la diga, che ci portò fin sopra al ghiacciaio della Marmolada.
Più di 13 ore di cammino di buon passo tra andata e ritorno. Sulla strada del ritorno io e mia moglie ci siamo fermati a Moena prima di rientrare definitivamente a Molveno. La vacanza è finita e l'indomani mattina partiamo per rientrare a Torino. In prossimità di Bergamo ci guardiamo negli occhi e il desiderio di rivedere la città alta è molto forte. Anche qui tanti bei ricordi di quando vivevamo a Brescia fra il '74 e il '78.
Ancora un'ora e mezza e saremmo tornati a casa. Grazie ai miei figli e a mio genero tutto questo è stato possibile per non lasciare sola mia suocera.