martedì 2 luglio 2013

L'OTTIMISMO ........


Cos'è l'ottimismo? Su quali presupposti si fonda?

Credo che l'ottimismo sia un atteggiamento che nasce da una valutazione degli eventi esterni in modo tale che, anche in presenza di fatti negativi e duraturi, dia sempre la sensazione che esista una possibilità di invertire la tendenza. Meglio della mia definizione c'è n'è una molto più articolata e completa che potete trovare su wikipedia, al seguente indirizzo: http://it.wikipedia.org/wiki/Ottimismo
Ora mi domando? Una persona che, per carattere, è ottimista, cioè vede il bicchiere mezzo pieno, sarà sempre così per tutta la vita o possono verificarsi fatti, indipendenti dalla sua volontà per cui può cambiare atteggiamento? L'ottimismo è davvero un elemento del nostro DNA del Sociale, o piuttosto è un elemento che può farsi condizionare da eventi sfortunati più o meno drammatici e frequenti? È più facile per una persona, ottimista per natura, cambiare atteggiamento per poi tornare a vedere il bicchiere mezzo pieno al primo segnale positivo, o una persona pessimista cambiare atteggiamento in modo duraturo dopo aver sperimentato che vedere il bicchiere mezzo vuoto danneggia la propria vita e forse quella degli altri? Dall'articolo di wikipedia emergono due aspetti cardine dell'ottimismo, quello ottuso e quello realistico. Può dirsi altrettanto del pessimismo?
Ci sono persone pessimiste che di fronte a un cambiamento positivo nella propria vita, magari duraturo, pensano che è stato frutto del caso e non del suo impegno o della sua bravura, e continuano a essere pessimiste. Ce ne sono altre, ottimiste, che pur essendo martoriate da eventi spiacevoli, continuano a essere positive e vedere il bicchiere mezzo pieno. Certo, mantenere un atteggiamento propositivo a dispetto degli eventi aiuta; tuttavia non si può negare che spesso l'ottimismo a tutti i costi è irritante e porta gli altri a considerare questa persona ingenua e poco attenta ad una valutazione realistica degli eventi stessi. La mancanza di fiducia nel prossimo, nella propria nazione, nei politici non è necessariamente pessimismo se esistono, alla valutazione dei fatti, le condizioni per un cambiamento generazionale che ci potrebbe far recuperare l'immagine di ciò che ci sta di fronte. Ma se questi presupposti vengono a mancare per troppo tempo allora il pessimismo prende il sopravvento e si rischia di sfociare nella depressione. Mi piacerebbe avere un'opinione professionale da sociologi e psicologi con un linguaggio non troppo criptato.