sabato 30 agosto 2014

A SPASSO CON ARI

Fin dai primi mesi Arianna e io abbiamo incominciato a fare le nostre prime passeggiate. All'inizio tutto si svolgeva in una o due ore o poco più nei momenti in cui faceva più caldo. La maggior parte del tempo lei dormiva beatamente nel passeggino e se si svegliava si guardava intorno. Raramente piangeva. Io facevo un po' di moto e lei respirava un po' d'aria. Ovviamente nel luogo dove abitiamo ci sono molti spazi aperti dove la circolazione delle auto è limitata o addirittura assente. Soprattutto se ci si avventura lungo il canale dell'Enel o nei viali fra gli edifici dove non ci sono strade. All'inizio, essendo breve il tempo di permanenza all'aria aperta, non mi potevo allontanare molto. Nei giorni in cui faceva difficoltà ad addormentarsi la portavo sotto casa, all'interno del condominio, con qualunque tempo in quanto è una zona al coperto, e cullata dentro il passeggino si addormentava quasi subito: a volte bastavano 10 minuti a volte 30, ma il risultato era garantito. La cosa che mi preoccupava di più era quando s'innervosiva a stare sempre seduta o sdraiata nel passeggino e voleva essere presa in braccio. Il motivo era dovuto al fatto che con la piccola in braccio facevo difficoltà a governare il passeggino vuoto che andava dove voleva lui. Poi con un po' di pratica capii che bastava bloccare le ruote davanti in modo che andasse sempre diritto, e da quel momento tutto fu più facile. Che ci volete fare non si nasce nonni, come non si nasce genitori, e bisogna imparare e fare esperienza ogni giorno. Arianna si è sempre comportata bene con me e non ha mai fatto capricci di una certa entità. Solo qualche volta mi sono trovato in difficoltà perché non riuscivo a interrompere il suo pianto. Ma, si sa, piangere non ha mai fatto male a nessun bambino, anzi, gli apre i polmoni. In questi casi però affrettavo il mio rientro a casa. Con il tempo la bambina cresceva e la sua curiosità verso il mondo circostante aumentava sempre di più. Pur essendo una bambina socievole a volte la presenza di estranei, per lei ovviamente, che si avvicinavano per vederla le creava qualche problema e fastidio. Molto presto ha incominciato ad indicare tutto ciò che colpiva la sua attenzione, a cominciare dalle foglie degli alberi e dei cespugli. Quando, con il passeggino passavo accanto a un filare di cespugli, lei allungava i suoi piccoli piedi per toccarli, per sfiorarli e spesso non era contenta fino a quando non le avessi dato una foglia nelle mani. Stavo molto attento affinché non se la mettesse in bocca, ma lei si limitava ad annusarla e a a farne minuti pezzettini. Qualunque cosa fosse, erba o fiori o foglie, lei annusava tutto con soddisfazione; tirava su con il naso e con altrettanta enfasi apriva la bocca ed espirava buttando rumorosamente fuori il fiato. Come al solito la colpa, ammesso che di colpa si possa parlare, era la mia perché quando in casa ci sono dei fiori io faccio altrettanto. Arianna copiava tutto quello che gli altri facevano. A bordo dei marciapiedi nascono spontanee delle spighe. Lei le indica come se le volesse e allora io ne raccolgo un paio e le do a lei. Tutta contenta le guarda, se le struscia sulle braccia, sente il solletico e ride. poi dopo un po' le lascia cadere fuori del passeggino. Questa prassi è durata per un po'. Grande curiosità per tutto quello che si muove, soprattutto i volatili. Era un continuo gesticolare e indicare tutto ciò che colpiva la sua curiosità. Man mano che il tempo passava le passeggiate si allungavano sempre di più. Due o tre volte ci siamo recati al parco Einaudi dove ci sono campi da tennis, di calcio e di rugby. Ancora non riusciva a camminare ma restava in piedi aggrappata alla rete ad osservare i giocatori. Nel periodo estivo, quindi dai sei agli otto mesi, cominciavo, con scarsi risultati, a farla camminare un po'. Che nonno esagerato! Però incominciava timidamente a reggersi sulle sue gambe dandomi la mano. Poi tornava a gattonare e, siccome non eravamo a casa, la lasciavo un po' in questo esercizio che le piaceva tanto e poi la prendevo in braccio. Si notava subito quanta forza avesse in corpo. Ma il bello doveva ancora venire. Verso l'undicesimo mese le passeggiate si stavano trasformando in piccole maratone. Il tragitto preferito era ed è il lungo Po fino al parco del Meisino, cioè circa 10 km fra andata e ritorno. Nel frattempo i genitori avevano comprato uno zaino e io, come già fatto per mia figlia, la mettevo lì dentro e me la caricavo sulle spalle. Era un gioco che le piaceva molto, soprattutto quando la facevo sobbalzare come se fosse su un cavallo al galoppo. Sentivo le sue mani sopra i miei capelli e spesso sulle mie orecchie. Me le carezzava e a volte me le tirava. Non mi faceva male, io ero più preoccupato per i miei occhiali. Sentire le sue mani sulla mia testa mi dava un'emozione fortissima. Non ho mai dimenticato quando lo facevano i miei figli, ma sentirselo fare a 66 anni giuro è tutta un'altra cosa. Le passeggiate erano abbastanza diverse, ma spesso si ripetevano. Si usciva verso le 9.20 e si rientrava alle 12.30 in tempo per il pranzo. Dopo il pisolino pomeridiano che terminava intorno alle 15.30 si usciva di nuovo, alternando il trasporto con lo zaino a quello con il passeggino. In quel periodo uscivamo anche con uno speciale carretto con le ruote: lei si appoggiava al manubrio e lentamente faceva i suoi primi passi da sola. Siccome però con questo sistema non si poteva andare lontano ci recavamo ai giardinetti sotto casa. Durante il periodo scolastico, verso le 17.00, era pieno di bambini che si arrampicavano sui giochi, che andavano in altalena ... ma il divertimento preferito di Arianna era quello di osservare i bimbi mentre giocavano e si rincorrevano. Le piacciono tanto i bambini. Alcuni di loro facevano i grandi e dicevano " qui lei non può venire, è pericoloso per una bambina di 11 mesi. Io ho 2 anni e mezzo sono grande". Arianna li guardava curiosa ma non dava loro retta e continuava a salire e scendere gli scalini che portano agli scivoli camminando a quattro zampe. Ogni volta che si incuriosiva per qualcosa aveva imparato a puntare con l'indice l'oggetto dicendo "Aaahh". Siccome a casa i genitori hanno un gatto, ogni volta che ne vedeva uno lo indicava continuando a dire "Aaahh". Per qualche giorno, al pomeriggio, per invogliarla a camminare lasciavo passeggino e zaino a casa e camminavamo mano nella mano. Appena la lasciavo per un po' restava in piedi barcollando e poi si metteva gattoni. Durante le passeggiate metto nella carrozzina o nello zaino grissini o simili, acqua in bottigliette piccole, fazzoletti umidificati per pulirle le mani e fazzoletti per impedire le punture degli insetti.  Lei ormai sa benissimo dove li metto e senza parlare mi fa capire cosa vuole. Se io insisto a darle qualcosa che non vuole lei senza parlare scuote la testa. Le parole che intorno all'anno riesce a dire bene sono papà e mamma e imita a modo suo alcuni versi di animali. In questo l'ha aiutata moltissimo la visione e l'ascolto di alcuni video di Youtube che le metto ancora oggi. Un classico è "Il coccodrillo come fa".
La sua passione è la serie di Youtube che si chiama "Coccole sonore".
Verso i tredici o quattordici mesi, mettendola fra le mie gambe allargate, con me seduto per terra ho provato a lasciarla cercando di convincerla a fare i primi passi da sola. Lei rimaneva immobile in piedi facendo una faccia fra l'impaurita e la divertita storcendo la bocca una volta a sinistra e una volta a destra. Con le braccia tese cercava un appoggio fra le mie braccia che io le avvicinavo e le allontanavo tentando di farle coraggio spronandola a continuare. Timidamente accennava un primo passo, poi un altro, barcollando leggermente, e nello stesso tempo abbozzava un sorriso. Mentre lei lentamente si avvicinava io, sempre a gambe larghe seduto sul pavimento, arretravo. Per un po' mi seguiva, ma poi tornava a piegare le ginocchia e cominciava a gattonare. Intanto continuava a crescere e i tentativi d'iniziare a camminare aumentavano. Un giorno l'ho portata con lo zaino al parco Einaudi. Giunti a destinazione mi sono seduto su una panchina e, facendo molta attenzione, mi sono tolto lo zaino e l'ho fatta scendere. Non è facile fare questa manovra. Se non si sta attenti si rischia di far ribaltare lo zaino con la bimba dentro. Ai tempi in cui mia figlia era piccola lo zaino, sarà stato meno sicuro di quelli di oggi, ma era più leggero e manovrabile. Riuscivo a togliere mia figlia dallo zaino senza togliermelo dalle spalle. La stessa manovra di quando si mette a cavallo sulle spalle un bambino piccolo. Invece con gli zaini di oggi ci sono talmente tante sicurezze che questa manovra diventa impossibile. Una volta mi è capitato, non avevo ancora acquisito la destrezza necessaria. Mi sono seduto sulla panchina ma lo zaino si è adagiato sul fianco invece di restare diritto. Niente di grave perché la bambina non si poteva far male. Ogni giorno, se potevo, facevo un percorso diverso. Lungo il fiume Po da San Mauro verso Torino si incontrano almeno due parchi giochi, dove a turno ci fermavamo. Il primo è molto piccolo e non molto attrezzato. Lei comunque non si annoia perché va a cercare la palla nel ripiano sotto il passeggino e con il mio aiuto la tira fuori e incomincia a lanciarla. Si stanca quasi subito e incomincia a camminare prima nella zona erbosa vicino alle altalene, poi sulle scale in direzione della strada. Tutto la incuriosisce, le gomme delle auto, le maniglie con le quali tenta di aprire, senza riuscirci ovviamente, gli sportelli. Per tornare indietro dove avevamo lasciati incustoditi palla e passeggino non c'era altra alternativa che prenderla in braccio. Qualche volta raggiungiamo il secondo parco, vicino ad una scuola, che è molto più frequentato da bambini di tutte le età. Ma il suo divertimento preferito, dopo essere stata sull'altalena ( quella ad alta protezione che mi permette di farla andare più in alto ) è quello di dirigersi verso il campo di pallacanestro usato dai ragazzi più grandi. Ormai cammina con una certa sicurezza e sceglie lei dove andare. Per andare sullo scivolo deve salire una piccola gradinata di legno per poi lanciarsi sullo scivolo, è più alto di quello vicino casa. Ride mentre la prendo al volo una volta arrivata in fondo. Alterno il passeggino allo zaino a secondo delle circostanze. 
Normalmente è Arianna a scegliere: quando la mattina presto l'accompagnano a casa nostra e io le dico .... "allora andiamo a passeggio? " lei per farmi capire che ha capito va nell'altra stanza e mi indica lo zaino o si mette seduta da sola nel passeggino. Ci spingiamo fino alla scuola di equitazione per vedere i cavalli. La sua prima esperienza fu divertente, non si spaventava e li additava con stupore. Una seconda volta, chissà perché si è messa a piangere. Un giorno non c'era molto tempo e allora abbiamo preso l'autobus, siamo scesi in via Cafasso e abbiamo fatto un giro lungo il recinto fino ad entrare dentro un tendone dove alcuni ragazzi facevano scuola di equitazione. Il fiume, l'acqua in genere, la attrae moltissimo e con quel suo indicare pronunciando Ahhhgg! Ehhehh! la guarda incuriosita. Poi con il tempo imparò a fare il verso degli animali ..... bau, mao, hii hii, hi ha hi ha. Ma a me fa ridere da matti quando mette la bocca a cuoricino e ispirando fa un suono acuto simile a un Uhuhuhhh. Ogni volta che incontriamo un bambino/a si ferma, si volta per attirare la sua attenzione. Vicino al parco del Meisino dove ci sono i cavalli, c'è anche un'altra scuola e un parco giochi ancora più attrezzato dove passiamo molto tempo. Lei vuole sperimentare tutto. Ma quando i bambini della scuola giocano nel recinto vicino al parco, lei abbandona tutto per andarli a vedere aggrappata alla rete di protezione. Il tempo scorre così piacevolmente tutta la mattina. Il problema era che verso le 12.00, anche nello zaino, lei si addormentava e questo impediva a mia moglie di darle da mangiare. Da quel giorno dovetti anticipare il rientro intorno alle 12.00 - 12.15
Nel parco vicino al canale Cavour, dopo essersi divertita sui giochi, indica la strada e si incammina da sola perché le piace vedere l'acqua che scorre. Giunta sul marciapiede mi tende la mano, perché vuole attraversare la strada. Le do la mano e andiamo dall'altra parte della strada. La metto sulle spalle in modo che possa vedere il canale. Ad agosto però il canale è in manutenzione e tolgono l'acqua e lei si lamenta perché non capisce il perché non ci sia l'acqua. Lungo la strada ci sono molti alberi e allora io tocco l'albero e le dico "questo è un albero con il suo tronco, questi sono i rami e queste le foglie". Lei mi guarda divertita. Continuando ne incontriamo tanti altri e lei indicandoli vuole che le ripeto sempre la stessa cosa. Io continuo e approfitto per contarli "uno, due, tre, quattro ...." e mi fermo qui. Spesso mentre lei è nel passeggino o nello zaino io canto le sue canzoni preferite o le ripeto alcune parole nel tentativo di fargliele ripetere. Soddisfatta torniamo al parco dove abbiamo lasciato passeggino e palla. Lungo il breve percorso incontriamo alcuni cancelli che si aprono senza chiave ma con una levetta manuale interna. Lei si ferma lì davanti, guarda incuriosita, tenta di spingere il cancello ma visto che non si apre tanto fa che trova il sistema per far scorrere la levetta fino ad aprire il cancello. A questo punto la prendo in braccio, chiudo il cancello e andiamo via. Un giorno passeggiando nelle vicinanze abbiamo incontrato un coniglietto. Lei si ferma di botto e lo indica con il dito. L'animale resta immobile per qualche secondo poi saltellando va via. In quel momento ride divertita.
Oggi 27 agosto abbiamo preso il Bus 61 siamo scesi alla fermata della chiesa Madonna del Pilone e passeggiando siamo arrivati al parco giochi davanti all'auto velodromo. Ci siamo fermati una mezz'ora circa  e siccome c'erano altri bambini lei ha fatto di tutto per coinvolgere un'altra bambina, anche lei accompagnata dal nonno. Sono andate insieme sulla leva basculante sedute una di fronte all'altra andando su e giù. Poi passeggiando in direzione di Torino siamo arrivati alla Gran Madre dove abbiamo preso il Bus per rientrare a casa. Scesi in via XXV aprile ha voluto entrare nel bar sotto i portici: ormai riconosce i luoghi dove la porto e sceglie lei dove andare e guai se io seguo un altro percorso. Andiamo a vedere le galline che si trovano lì vicino e poi di nuovo ai giochi dei giardinetti sotto casa. È ora di andare a mangiare, è mezzogiorno. Da poco riesce a dire bene "baci, ciao, zio e zia".
1° settembre 2014
Nel parco giochi che si trova tra corso Casale e via XXV aprile, dove da un paio di mesi la porto più spesso perché ci sono molti più bambini, lei si sofferma davanti al cancelletto. Aprirlo, chiuderlo e di nuovo aprirlo senza stancarsi mai è il suo più grande divertimento. Adesso riesce con molta facilità a chiuderlo ed aprirlo facendo leva sul chiavistello di sicurezza. Poi abbiamo fatto una breve passeggiata fino al mercato, girando fra le bancarelle. Ho comprato un paio di cose, ma non ho trovato la girandola per lei. Ce n'è una che gira in un balcone vicino casa e lei la guarda mentre gira con il vento. Siamo tornati al parco giochi e qui ha fatto amicizia con un bambino che si chiama Luca. Lui le ha offerto la mano, lei l'ha presa e si sono incamminati insieme verso un cortile dove ci sono le galline. Io, i genitori di Luca andavamo loro appresso divertirti e un po' orgogliosi. Io per non interrompere quell'idillio ho lasciato il passeggino al parco e dopo una mezz'ora, prendendo Arianna in braccio sono andato a recuperarlo.
2 settembre
Oggi siamo andati con l'autobus fino in Corso Belgio e siamo tornati a piedi sulla riva destra del Po. una passeggiata di circa 7 km, interrotta da una sosta al parco giochi di sempre. Nel pomeriggio per la prima volta è voluta uscire senza passeggino e senza zaino. Mentre andavamo al parco dove eravamo stati il giorno prima io le parlo e le dico che andavamo al parco giochi. Per tutta risposta lei ha cominciato a ripetere la parola "giochi". La pronunciava proprio bene e la ripeteva in continuazione forse per non dimenticarla.
Qui ha incontrato una bambina di nome Asia. Aveva una pallina in mano e Arianna, con molto garbo ma con altrettanto insistenza, ha voluto prenderla dalle sue mani. Nessun problema anche perché dopo averci giocato un po' gliela riportava nelle mani. Nel rientrare verso casa ci siamo fermati al bar sotto casa. Seduta come una persona grande sorseggiava un bicchiere d'acqua da sola mentre io prendevo un caffè. Siamo stati così per una ventina di minuti prima di rientrare a casa.
3 settembre
Ci siamo fatti di nuovo una lunga camminata con il passeggino lungo la riva destra del Po. Sempre di più ha voluto scendere per camminare con le sue gambe e aiutarmi a spingere il passeggino. Sulla strada del rientro ha fatto qualche capriccio perché voleva assolutamente che le dessi la salvietta contro le zanzare. Ho provato a darle un fazzoletto umidificante con il quale le pulisco le mani, ma non c'è stato nulla da fare. Lei voleva proprio quello. Solo quando gliel'ho dato ha smesso di piangere. Tra non molto Arianna andrà all'asilo e quindi forse questa è l'ultima passeggiata mattutina. Mi mancheranno queste lunghe passeggiate. 

lunedì 25 agosto 2014

Ricetta brasiliana Bobó de cameirões na moranga

          


Zucca ripiena di gamberi

Per 6 persone
Occorrente:
Una tazza di polpa di pomodoro
Una tazza di latte
Tre cucchiai d'olio
Due cucchiai e mezzo di maizena
Un chilogrammo di gamberi già puliti
Quattro spicchi d'aglio
Due cipolle ben tritate
Una zucca rossa da tre chili
Un bicchiere di ricotta cremosa
Sale e prezzemolo

Per prima cosa lavate la parte esterna della zucca e asciugatela. Tagliare il coperchio alla zucca mettendola di fianco ( fare attenzione perché la zucca è legnosa e dura. Utilizzare due coltelli, uno lungo e ben affilato con cui incidere la periferia del coperchio, l'altro robusto e largo. Aiutandosi con il coltello lungo battere quello corto lungo l'incisione già fatta per andare in profondità. Andare lentamente lungo la periferia. Quando siete arrivati quasi alla fine utilizzare il coltello lungo tagliando fino a scoperchiare la zucca). Incidere la zucca con il coltello lungo non in prossimità della buccia. Fare leva e asportare una parte del contenuto della zucca. Con le mani asportare semi e filamenti della zucca che poi verranno buttati. Incidere ancora la zucca con il coltello lungo senza andare troppo in profondità per evitare di bucare il fondo o le pareti. Asportare in piccoli pezzi e metteteli insieme alla prima parte. Quando il foro è sufficientemente largo asportate il resto della parte interna della zucca grattando con un cucchiaio la superficie. Il cucchiaio va tenuto con il pollice nella concavità del cucchiaio per evitare di rompere il manico. Asportate quanta più polpa di zucca potete senza incidere fondo e pareti della zucca. Prendete le prime parti grosse asportate con il coltello e con il tagliere fate dei pezzi non tanto piccoli e aggiungeteli al resto grattato con il coltello.
A questo punto rimettete tutto il contenuto asportato nella concavità della zucca e mettetela nel microonde per almeno 20 minuti, cioè fino a quando non appare ammorbidita. In un contenitore (adatto per il microonde) con l'olio mettere cipolla e aglio ben tritato e far cuocere nel microonde per 5 minuti. Unire la polpa di pomodoro, i gamberi e la maizena ( precedentemente sciolta nel latte) e un po' di sale. Coprire e cucinare nel microonde, mescolando di tanto in tanto per 6 minuti fino a quando la salsa non risulta spessa. Unire la ricotta e mescolare fino a quando non si scioglie. Unire alla polpa di zucca direttamente nella zucca e coprire con il suo coperchio. Mettere ora la zucca con il suo contenuto, coperchio compreso, nel microonde e cuocere per altri 7 minuti. Mettere la zucca su un piatto da portata, spolverizzare nel contenuto della zucca il prezzemolo tritato e mescolarlo e infine contornare di gamberoni ( due a persona ) cucinati a parte la zucca. Servire prendendo il contenuto con un mestolo. Ottimo se nel piatto ci si mette accanto prima di mangiare del riso bollito come contorno. 
Tagliare il coperchio

Tagliare la prima parte facendo attenzione a non forare il fondo o le pareti


Asportare con le mani e\o cucchiaio semi e filamenti
Scavare bene la zucca con un cucchiaio
Tenere il cucchiaio in questo modo per non piegare il manico
Zucca svuotata
Prima parte tolta con il coltello
Fare a pezzettini la prima parte
Mescolatela con il resto grattato con il cucchiaio
Mettete nella zucca il cucinato a parte secondo la ricetta e mettete il tutto in microonde e guarnite con i gamberoni come nella foto di sotto

giovedì 7 agosto 2014

SCACCO MATTO

Sono tornato dopo un anno in una località medievale nelle vicinanze di Ventimiglia che si chiama Apricale (http://www.apricale.org/it/index.asp). 


Scorci del paese medievale Apricale


L'occasione è stata la medesima della scorsa volta e cioè assistere ad uno spettacolo teatrale itinerante. Ho già scritto all'epoca un altro Blog in merito. Questa volta il titolo della rappresentazione del Teatro della tosse è "Scacco Matto" (http://www.teatrodellatosse.it/joomla/index.php). Il palco della piazza principale infatti era una grande scacchiera. 

Non voglio raccontare la trama perché l'evento ad Apricale dura ancora fino al                                   16agosto 2014 
e quindi non desidero togliere l'effetto sorpresa a chi volesse andare a vederlo. Mi limito a inserire alcune foto. 


Un Alfiere e
La Regina
Un altro Alfiere
Un cavallo

Il Re







                        



La Torre

Il pubblico presente viene suddiviso in gruppi, in quanto per vedere le scene recitate dagli attori occorre camminare lungo i carruggi del paese tra le 21.00 e mezzanotte, in modo che tutti possano vedere, ascoltare e applaudire questi fantastici attori. Camminando, i gruppi si alternano per godere lo spettacolo fino a quando ci si ritrova tutti insieme nella piazza per assistere al gran finale. Sono assicurate risate e spunti di grande riflessione sulla vita di ogni giorno. Gli attori sono vestiti da Re, Regina, Torri, Cavalli, Alfieri e Pedoni ..... insomma i pezzi degli scacchi appunto: ognuno con la propria storia e i propri problemi. Per chi volesse unirsi a loro fino al 16 agosto auguro Buon Divertimento e un fantastico soggiorno ad Apricale e al suo Hotel Diffuso Muntaecara (http://www.muntaecara.it)


La piazza prima dello spettacolo

La piazza in attesa degli attori

Panoramica di Apricale

La bicicletta in cima al campanile