sabato 13 maggio 2017

Riflessioni sul mondo del lavoro

Spesso mi chiedo come siamo arrivati in Italia a questa situazione riguardo al mercato del lavoro. Gli esperti sanno forse fare presentazioni bellissime sullo stato dell'arte ma non sanno trovare soluzioni valide per rimettere in fretta in moto il mondo del lavoro. I volontari hanno le armi spuntate e non potranno fare molto. Tuttavia il loro compito e la loro dedizione per questa causa è lodevole. Continuiamo così perché è giusto. Il fatto che ci siano delle persone sensibili e disposte a dare una mano, anche se con pochi risultati, è importantissimo. Credetemi i giovani non hanno colpe, siamo noi adulti che li stiamo educando male e non riusciamo a far capire loro che lo stipendio è solo un aspetto del problema lavoro. La Scuola, per volere dei sindacati e delle famiglie, non svolge più il ruolo educativo dei nostri tempi e si sta degradando ogni giorno di più. Perdonatemi ma anche la Chiesa non svolge il suo ruolo al meglio su questo tema. Per me dovrebbe essere più dura anche a rischio di perdere alcuni fedeli. Il ruolo di Gesù che ha scacciato i commercianti dal Tempio dovrebbe essere di maggiore esempio. Dovremmo smetterla di fare i "buonisti"! Continuando così miniamo alla radice la fiducia anche di chi fino ad ora è rimasto in silenzio. Non basta che il Papa parli di dignità sperando di commuovere politici, imprenditori e banchieri (sono loro la causa principale della crisi europea). La maggioranza di loro non hanno una coscienza. Molti imprenditori hanno ragione a lamentarsi delle tasse, profondamente ingiuste, che vanno a riempire le tasche di chi ci governa. Molti imprenditori hanno ragione nell'affermare le difficoltà di ottenere crediti dalle banche; ma quanti di questi imprenditori sanno cos'è un Business Plan. Senza questo nessuna banca farà loro credito. L'ignoranza tra politici, giornalisti, imprenditori e banchieri domina sovrana. Non basta fare meglio le cose che si fanno per restare sul mercato, occorre fare bene cose diverse creando nuove opportunità: questo è il cambiamento. Chi aspetta che il mondo cambi per girare pagina morirà prima che questo avvenga. Il cambiamento deve partire dal basso e occorre anticiparlo. Questo i sindacati non lo capiranno mai, loro pensano solo alle quote dei tesserati. Se avete occasione leggete un libro, che si legge tutto d'un fiato, dal titolo "Chi ha spostato il mio formaggio" https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__chi-ha-spostato-il-mio-formaggio-spencer-johnson.php. Prima di pensare all'innovazione tecnologica occorre pensare a innovare il nostro cervello. L'abitudine sarà la nostra tomba. La mancanza del rischio imprenditoriale creerà un'invasione di imprenditori che ci massacrerà dall'estero. Dovremo tutti rileggere la biografia di Adriano Olivetti e di quello che Luigi Einaudi scrisse a suo tempo: “Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno.
Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.”
Riscoprire il valore sociale del lavoro e dell'imprenditoria è altrettanto importante che far riscoprire ai giovani il valore sociale della famiglia. Papa Paolo Giovanni II lo disse in maniera inequivocabile " il giorno che perderemo il senso della famiglia, avremo perso tutto senza appello " Bene ci siamo arrivati.